Descrizione
La caratteristica tecnica tessile a Bijar, che ha dato inizio alla dicitura “struttura bijar” prevede l’uso di un unico passaggio di trama eccezionalmente grosso gettato dopo ogni filare di nodi e molto teso. Questa tecnica dà al tappeto robustezza ma anche rigidità, tanto è vero che se viene piegato in modo secco, la trama si può spezzare. Per questo vanno trasportati arrotolati, non piegati; inoltre i più grandi devono essere arrotolati su una stanga.
Possiamo trovare Bijar di tutte le dimensioni. Nelle colorazioni, la tonalità armoniosa del fondo s’adatta alle tonalità sfumate del disegno policromo. Prevalgono il blu cupo e il rosso acceso, ma vengono usati anche il
marrone, il giallo e soltanto raramente il verde. I vecchi tappeti venivano annodati in blu chiaro e scuro, quasi tono su tono. Nelle decorazioni emerge sovente il motivo a medaglione, come pure il disegno modulare continuo a motivi “botteh”, “herati” e “mina-khani” oltre a bordature o bordi secondari multipli. L’ordito è armato in cotone, a volte in lana di capra, e trama in cotone. Nei tappeti vecchi e antichi l’ordito e la trama sono di lana. L’annodatura è in nodi turchi. Il vello è densissimo e robusto, a rasatura media o alta. Gli esemplari vecchi e antichi, hanno annodatura più fine e sono rasati pure bassi. La qualità dei Bijar appartiene alla migliore categoria dei tappeti orientali.