Descrizione
Questa regione caucasica confina a sud con l’Iran e a sud-est con il Mar Caspio. Seguendo gli eventi storici e la posizione geografica di questa zona, chiamata “giardino nero” è evidente lo stile persiano che influenza la tessitura dei tappeti karabagh, tanto è vero che nella produzione contemporanea è difficile distinguere se i tappeti siano caucasici o persiani.
Le provenienze armene e curde hanno concorso con grande rilevanza allo sviluppo della tessitura di tappeti nel karabagh. Questi tappeti sono spesso somiglianti, per struttura e disegni, a quelli armeni, per questo i tappeti del Karabagh sono gruppi non omogenei, in quanto, sotto questa denominazione, vengono raccolte anche altre produzioni di centri rurali e cittadini a cui viene attribuito in ogni caso il marchio “karabagh”. L’annodatura è simmetrica e fine ed i colori sono selezionati con saggio gusto, nelle tonalità rosse e azzurre.
L’ordito è in lana naturale, bruno e avorio. A volte viene usato il cotone, ma solo affiancato alla lana; in alcuni casi, appare il cotone bianco o azzurro-grigio per la trama. L’orlatura è piatta, fatta da due o tre coppie di orditi, avvolti da cordone in lana. Le frange sono sovente a intreccio a nastro piatto. I formati dei tappeti sono svariati, tra i quali gruppi “a preghiera” di formato piccolo, nella cui cornice superiore, al centro del campo troviamo un “mihrab” sagomato a punta di freccia e decorato da disegni differenti con strisce variopinte, “botteh” o effigi floreali di carattere persiano; un secondo gruppo di formato allungato in cui i “botteh” sono affiancati l’uno accanto all’altro in file regolari.
Allorché i “botteh” sono in diagonale e decorati alla base da fogliame ricurvo come i tentacoli di uno scorpione, questi provengono da Gorhdis.